"Galileo Ferraris"

Istituto Tecnico Industriale Statale

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Notizie storiche sull' Istituto

Foto della prima sedeFinito di costruire nel 1934...

L'Istituto Tecnico Industriale di Savona ha avuto la sua prima sede nel grandioso ed imponente edificio fatto costruire dal Comune in Piazza Brennero.

La costruzione, che era stata inaugurata nel 1934, ospitava la "Scuola Tecnica Industriale" intitolata a Paolo Boselli. Era stato infatti proprio il Ministro Boselli a sostenere l'ideazione di una scuola in grado si soddisfare le necessità che il numero degli iscritti richiedeva e nello stesso tempo a premere sugli organi competenti per affrettare la realizzazione della struttura scolastica nell'area periferica savonese.

Negli anni Trenta Savona si trovava ad affrontare una delle fasi del suo sviluppo urbano che portava l'area di Villapiana ad essere la sede di numerose abitazioni e di nuove industrie. L'incremento notevole della popolazione, l'aumento dell'attività industriale, commerciale e portuale, contemporaneamente alla notevole riduzione del vecchio agglomerato e alla difficoltà di usufruire dell'Oltreletimbro, determinarono la scelta logistica, che si rivelò opportuna per il nuovo tipo di scuola. Il Progetto di mantenere nel centro cittadino tutte le strutture scolastiche non era più realizzabile e si vanificava così il concetto del centro come unica possibile 'area di studi’.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell'edificio di Piazza Brennero aveva la sua sede anche la Scuola di Avviamento Professionale a tipo industriale, nata nel 1932 dalla trasformazione dei corsi preparatori della Scuola Tecnica Industriale.

Nel 1938 la popolazione scolastica che frequenta i tre tipi di Scuola risulta complessivamente formata da 507 studenti così ripartiti: 

  • 25 nell'Istituto Tecnico Industriale

  • 78 nella Scuola Tecnica Industriale
  • 402 nella Scuola di Avviamento Professionale ed Industriale

Se si considerano le altre scuole di istruzione tecnica esistenti in Savona nello stesso periodo si può costatare che la struttura scolastica del savonese rispondeva adeguatamente alle esigenze del settore metallurgico, edile, commerciale, marittimo ed industriale e alle richieste di una professionalità qualificata. L'unica carenza che si può rilevare è l'inesistenza di un supporto scolastico specifico del settore chimico ed industriale.


 ITIS, che passione!

Officine, laboratori, circuiti, alambicchi e computer da raccontare:

i cinquant'anni dell' Istituto Tecnico Industriale.

Lo scoccare dei nostri cinquant'anni di attività non è soltanto l'occasione per volgerci indietro, per gloriarci del molto e proficuo lavoro compiuto, del quale, certo, si vuol dare testimonianza, quanto per guardare avanti, per cimentarci con un futuro che ci incalza e ci provoca. La sfida ci trova pronti a raccoglierla.

Volgerci indietro un attimo è constatare e far conoscere di quanto sia mutata la figura del perito industriale: dalla scuola che operava con i tempi e con la disciplina di fabbrica, che privilegiava la manualità rispetto alla cultura e alla teoria, con macchinari e tecniche che parevano eterne ed immutabili, si è passati all'odierna 'rivoluzione' che ci stimola come un buon vento fà con le vele.

Non ci piace fermarci a grandi discorsi sulla scuola e aspettare da inerti le riforme.

Conduciamo tutti responsabilmente un mestiere non dei più facili e ogni miglioria, ogni innovazione costa in fatica e in continui adeguamenti alla mentalità del mondo sociale e produttivo. In questi ultimi anni, i nostri laboratori hanno mutato volto; l'elenco delle acquisizioni sarebbe davvero troppo lungo.

Mi piace citare almeno la realizzazione dei PNI e il nascere dei corsi sperimentali "Ambra" ed "Ergon" che hanno impegnato docenti e personali e dei quali alcuni frutti sono ormai visibili.

  L'Itis, ora e per il futuro, non insegna più e soltanto un "mestiere", ma dà una cultura polivalente, completa e disinvolta, come i segni dei nostro tempo ormai esigono.

Dott. Ing. Pasquale Tuzzolino, Preside dell'ITIS dal 1983 al 2005



Galileo Ferraris




30/10/1847 - 07/02/1897

Elettrotecnico, studiò i motori a correnti alternate e fondò a Torino la prima scuola italiana per ingegneri elettrotecnici

Da quasi un secolo la vita delle società umane è basata su due oggetti: il primo consente la trasmissione via fili d’energia elettrica a distanze anche continentali, il secondo è un dispositivo che trasforma quest’energia elettrica in un’energia meccanica. Il primo oggetto è il trasformatore, il secondo è il motore con induzione. Di esemplari di questo secondo dispositivo ce n’è almeno una decina in un qualsiasi appartamento. Tutte e due queste famiglie di componenti dell’elettrotecnica, i trasformatori ed i motori con induzione, hanno trovato la loro espressione scientifica o la loro origine a Torino, per opera di Galileo Ferraris.

Galileo Ferraris nacque il 30 0ttobre 1847 a Livorno Vercellese (poi, dopo l’Unità, Livorno di Piemonte e oggi Livorno Ferraris), una cittadina del Piemonte orientale, in provincia di Vercelli, dove suo padre gestiva la farmacia. Rimasto orfano di madre in tenerissima età, Galileo fu ospitato a Torino da uno zio medico, dove seguì un corso regolare di studi in un ginnasio-liceo che oggi diremmo classico; continuò gli studi all’Università, laureandosi in ingegneria, a soli ventidue anni, con una tesi che verteva, ed è un presagio, sulla trasmissione a distanza di energia; si trattava di un macchinoso sistema di funi, ma altro non era concepibile verso il 1870. I trasformatori e i motori con induzione troveranno infatti la loro espressione scientifica o la loro origine a Torino, per opera di Galileo Ferraris.

Ferraris abbracciò la carriera accademica, come docente di Fisica Tecnica presso il Regio Museo Industriale di Torino. Intensa la partecipazione del Ferraris anche alla vita della città. Fu a lungo assessore municipale, s’interessò di musica, ma soprattutto svolse un’intensissima attività di didatta e di ricercatore che culminò con la costituzione di una scuola per l’insegnamento dell’elettricità. Si tratta della prima struttura organicamente costituita in Italia e tra le prime del mondo. La sua scuola venne frequentata anche da funzionari delle varie Amministrazioni del nuovo Paese che si formava, inviati a Torino per apprendere la nuova disciplina.



Per opera del Ferraris l’Esposizione internazionale svoltasi a Torino nel 1884 fu estesa all’elettrotecnica. A distanza di oltre un secolo, le equazioni usate nelle facoltà di ingegneria di tutto il mondo e i simboli usati sono ancora quelli utilizzati dal Nostro nei suoi corsi al Regio Museo e illustrati nelle sue Memorie presentate all’Accademia delle Scienze di Torino. Con questi dispositivi, nell’ottobre del 1884, Ferraris organizzò, tra Torino e Lanzo, la prima dimostrazione al mondo di trasmissione a distanza di energia elettrica alternata, seguendo un principio che é tuttora adottato. La dimostrazione avvenne alla presenza di una commissione internazionale.



Rilevante, per le innumerevoli applicazioni pratiche, anche l’altra innovazione del Ferraris, il motore ad induzione. I motori derivati dal motore con induzione ideato da Galileo Ferraris, possono facilmente ammontare ad alcune decine per appartamento: in ogni lavapanni ce ne sono tre, uno per la girante, un secondo per la pompa che svuota la vasca, il terzo per il cosiddetto timer, il motore che scandisce le varie fasi del funzionamento di tutta la macchina, altri tre in una lavastoviglie, da due a tre in un frigorifero ed uno nel phon, due o tre nel registratore, uno nel macinacaffè od in un ventilatore, per finire ad uno in cantina, il contatore di energia elettrica ed un altro in cortile per l’apricancello. Queste macchine si attivano girando in interruttore e non consumano e non sporcano quando sono ferme.

Uomo schivo e credente nella missione del dotto, Ferraris mai volle trasformare in brevetti le sue idee proprio negl’anni nei quali stava nascendo in tutta Europa e negli Stati Uniti una poderosa industria elettrotecnica: «gli altri facciano i denari, a me basta quel che mi spetta: il nome».

Ferraris morì nel 1897, a meno di cinquanta anni di età, ancora troppo giovane per poter aver costituito e avviato una istituzione, degna delle sue fatiche e del suo impegno. La scuola comunque era stata costituita formalmente tra il 1886 e il 1888, con il nome di Scuola con Laboratorio di Elettrotecnica nell’ambito del Regio Museo Industriale. Il nome di Galileo Ferraris fu assegnato nel 1932 ad un istituto di ricerche formato in Torino, con il nome di Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, trasformando l’istituzione che sarebbe dovuto divenire il laboratorio Ricerca della SIP (Società Idroelettrica Piemonte). Questo Istituto costituì, sotto la guida del Vallauri, la culla delle scienze elettrotecniche poi elettroniche in Italia.

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